Oksana Merzlyakova
Io a Firenze ci andavo per le gatte e per la bici.
Scendevo dal taxi pervasa
da un’aura di pensieri profondi
che davvero non facevo– ma tu li immaginavi
e me li spiegavi, tra i ceci e la salvia del giardino.
Ci andavo per le gatte rosse
e per le bici sul Monte Morello,
nei dicembre di luce trasversa e gemme
immobili – ero infinitamente bella
e spesso sbronza. Falsamente colti
un po’ arguti, gareggiavamo a parole e ricordi
lungo le colline fiesolane – finendo ad ascoltare Sclavis.
Io a Firenze ci andavo per le fusa delle gatte
e la bici nel gelo – mica per il jazz.
Fosca Massucco Fazio
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grazie a voi, ragazze, e buona domenica ! 🙂
non la conoscevo, ma sono tante le cose che non so. bello però ritrovare una parola che si fa melodia, come dice Margherita…se ne sente la necessità! (Firenze l’attraversai, di tutta fretta. Parigi? in un’altra vita, ma gatti tanti, anche solo qui)
mi piacciono questi versi, blumy. non conosco la la poetessa ( quanto poco gradiscio questa parola) che li ha scritti. amo molto la melodia del quotidiano che irrompe nella poesia e la fa vivere da dentro. e poi com’è
carezzevole il paesaggio e firenze una ‘parigi’ di gatti e musica. grazie per questa lettura.
margherita
grazie Margherita per il tuo bellissimo commento.
io preferisco “poeta”, se proprio devo (ma devo?) dare una definizione.
le altre mie poesie le trovi sul mio sito di wordpress che si chiama “(51+2) poesie”.
ti ho mandato un messaggio su fb, Fosca, ma hai già visto il post qui. grazie a te 🙂
Blumy, grazie ancora di aver ospitato una mia poesia delle “(52+1)poesie”: Non immagni che piacere mi abbia fatto.
Fosca
a presto, Q. ! 🙂
Grazie Blumy,
è un piacere (e un onore) essere ospitata da te.
Grazie Blumy, hai segnalato una poesia tra le sue che io, personalmente, apprezzo molto… 🙂
Un saluto,
a presto!