Mark Rothko

 

 

 

Mi arriva da lontano
la tua pena di ebreo, la fatica di vivere
e quel sangue che da sempre premeva;
forse volevi dirne il tumulto.
Non so, non capisco la geometria dolorosa
del cremisi, del nero.
Ma la morte, il pennello che giace per terra
e macchia il pavimento del tuo sangue
e, come te, non respira più,
questo ha un linguaggio che conosco.